Splendido esempio di architettura barocca, la chiesa venne eretta nel luogo dove, secondo quanto attestato dall’erudizione agiografica e dalla tradizione, l’eporediese San Gaudenzio, nel 348, aveva trascorso una notte e la roccia da lui usata come giaciglio aveva conservato l’impronta del suo corpo. L’innalzamento dell’edificio sacro fu possibile solo in seguito allo smantellamento, avvenuto nel 1705, della fortificazione, chiamata Castelletto, preesistente nel sito posto alla destra della Dora Baltea, oltre l’abitato del Borghetto.
Nel 1714, il prevosto della Cattedrale Lorenzo Pinchia e suo cugino, il priore Giovanni Antonio Pinchia, promossero la realizzazione della struttura che venne costruita tra il 1716 e il 1724; nel 1734, nella zona posteriore fu aggiunta la sacrestia con il coro superiore, mentre nel 1742 venne elevato il raffinato campanile, caratterizzato da quattro balconcini panoramici che un tempo si aprivano su ampi orizzonti.
Il progetto della chiesa rimane di autore ignoto; l’ipotizzato intervento dell’architetto Bernardo Antonio Vittone, il quale, considerata la giovane età, potrebbe avere dato il suo contributo nella fase terminale della pro-gettazione del complesso devozionale, nella creazione della sacrestia e del campanile, non ha sinora trovato riscontri oggettivi; sembrerebbe più attendibile, anche se non documentata, l’attribuzione dei disegni all’architetto Luigi Andrea Guibert, molto attivo in città tra il 1714 e il 1719. All’interno, i segni caratterizzanti di un’arte di grande fascino: gli affreschi del pittore Luca Rossetti da Orta, eseguiti negli anni 1738-1739, che rivelano le qualità dell’artista, sapien-te organizzatore di spazi illusionistici e maestro nell’inscenare personaggi ammantati e solenni accanto a episodi di minuta narrazione.
Nel variegato insieme di pitture, che bene si integrano con la sontuosa architettura, raccontando episodi della vita e i miracoli di San Gaudenzio, si distingue, per grandiosità e bellezza, la Gloria del Santo, realizzata nell’abside, alle spalle dell’altare maggiore. Tra le composizioni, è da segnalare l’interessante scena della processione che esce dalla chiesa di San Gaudenzio: l’opera pittorica, che presenta sullo sfondo un paesaggio della città di Ivrea, mostra in primo piano il corteo religioso che prende avvio dal centro spirituale, ancora privo di torre campanaria, la cui facciata, con le nicchie ornate da statue, per motivi connessi alla rappresentazione panoramica risulta volta verso sud-ovest. Ad arricchire di valenza simbolica il luogo sacro contribuisce infine l’altare marmoreo policromo, collocato sull’incavo della roccia, ovvero su quel miracoloso segno lasciato dal corpo dormiente di San Gaudenzio, visibile attraverso la grata che chiude la parte frontale bassa dell’altare.
DOVE: Ivrea - Via San Gaudenzio