Autocertificazioni anche ai privati
Autocertificazione: ora anche i privati, professionisti o imprese, sono tenuti ad accettarla.
Il Decreto Semplificazioni 76/2020 ha "semplificato" l'Autocertificazione.
Dal 15 settembre 2020 anche i privati, che siano singoli professionisti o imprese devono, per legge, accettare l'autocertificazione se i loro clienti chiedono di utilizzarla.
La novità è importante sia per i cittadini che per i privati, professionisti o imprese perché consente a chi deve fornire documenti di risparmiare l'imposta di bollo ed il tempo di procurarsi il certificato e a chi li riceve di poter controllare le informazioni fornite direttamente presso la Pubblica Amministrazione.
Fino ad oggi, infatti, soltanto la Pubblica Amministrazione ed i gestori di Pubblici servizi erano obbligati ad accettare le dichiarazioni sostitutive di certificazione previste dall'art. 46 del DPR 445/2000. I privati, aziende o professionisti avevano la "facoltà di accettarle", possibilità quasi mai utilizzata, anche perché chi l'avesse accettata avrebbe dovuto stipulare degli accordi con le singole amministrazioni al fine controllare la veridicità dei dati autocertificati.
Per molti anni i cittadini, nonostante l'autocertificazione esistesse e fosse possibile, hanno pertanto dovuto esibire certificati anagrafici (ma non solo, l'elenco è lungo) autentici per i quali, quasi sempre, è previsto il pagamento dell'imposta di bollo di € 16,00.
Il Decreto 76/2020 cosiddetto "Semplificazione" ha eliminato dall'art. 2 del dPR 445/2000 (Testo Unico della Documentazione Amministrativa) la facoltà a suo tempo accordata ai privati di accettare o meno le autocertificazioni con la formula " ai privati che vi consentono", rendendo di fatto obbligatorio per tutti, privati e aziende, accettare le dichiarazioni sostitutive e gli altri strumenti di semplificazione quando il cittadino/utente lo richieda.
Per consentire ai privati/aziende cui verrà presentata una autocertificazione (pensiamo a Banche, Poste, Assicurazioni, Studi professionali e altri) di poter verificare le informazioni contenute nelle dichiarazioni sostitutive, questi potranno rivolgersi direttamente alle Pubbliche Amministrazioni competenti in merito ai singoli dati che, ai sensi dell'art. 71 comma 4 del dPR 445/2000, dovranno obbligatoriamente (e gratuitamente) rispondere alle richieste di verifica se corredate dal nulla osta del dichiarante, anche con mezzi telematici.
Il vantaggio per i cittadini è duplice, da un lato il non dover fare passaggi inutili presso gli uffici pubblici, in particolare in questo periodo di pandemia nel quale occorre anche prendere appuntamenti ed i tempi sono inevitabilmente dilatati e dall'altro risparmiare i costi dell'imposta di bollo e dei diritti ogni volta che un dato sia autocertificabile.
La scelta è nelle mani dei cittadini: continuare a produrre i certificati ai privati che li richiedano oppure utilizzare le dichiarazioni sostitutive e goderne i vantaggi.