Resti di quello che doveva essere un imponente ponte della città romana emergono ciclicamente nell’alveo della Dora durante i periodi di secca e sono stati più volte documentati.
Il ponte, a dieci arcate rette da piloni fondati su pali di legno con puntoni di ferro, era percorso da una strada fiancheggiata da due marciapiedi.
Lungo la sponda sinistra del fiume si collegava al ponte una banchina, anch’essa su palificata lignea, per l’attracco delle imbarcazioni.
Assonometria ricostruttiva del Pons Maior di G. Abrardi